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Antonella Filippi - se fossi io al potere... |
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Scritto da Super Amministratore | |||
Martedì 04 Ottobre 2011 13:51 | |||
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SE FOSSI IO AL POTERE…di Antonella FilippiCascina Macondo - Scritturalia, domenica 9 novembre 2003 Un giorno di Novembre, mi pare fosse il 9, Bossi stava camminando per strada con due dei suoi cani, Sgambetto (residuo del primo governo di centro-destra) e Popo (un cane balbuziente, ma iscritto alla Lega con il nome del fiume nostrano, anche se l’Umberto affermava di averglielo dato perché in francese vuol dire “cesso”). Si sa che il movimento degli arti inferiori porta il cerebro a emettere onde di rilassamento, un po’ come le fusa dei gatti, solo che i gatti li muovono tutti e quattro gli arti ed è per questo che gli umani non fanno le fusa. Il camminìo ritmato dell’Umberto lo portò invece a incazzarsi, anche perché il cane-cesso si fermava ad annusare regolarmente ogni pianta, in cerca di altre acque padane, mentre Sgambetto se ne stava per conto suo, quasi a filosofeggiare in che ordine far procedere le zampe. E intanto l’Umberto pensava: “Ma guarda questi due, uno è brutto come il Buttiglione, ma me l’ha regalato il Maroni e non potevo dirgli che faceva schifo. …O stai a vedere che il Maroni se n’era accorto e me l’ha dato perché potessi prenderlo a calci? E l’altro? Altezzoso e serafico come il D’Alema… chissà cosa vuol dire “serafico”, sul dizionario de’ lumbard ghe no… comunque dev’essere un insulto. Certo che il D’Alema, se fossi io al potere… Ma perché non sono pericoloso come, che so, ‘l Bin Ladèn, che magari sui giornali smettono di prendermi per il culo e scrivono: “Bossi al putèr, possibili scenari”, o “Arrivata altra videocassetta del Bossi, che minaccia l’inverno nucleare”.. che poi che c’entra l’inverno, visto che il nucleare serve per produrre energia elettrica e proiettili… questi giornalisti comunisti… aspetta te che faccio di ogni regione uno stato, ma che dico, ogni città diventerà una città-stato (ma dove l’ho già sentita?), beh, aspetta te che faccio qualcosa, alter che ‘l Bin Ladèn… un bel colpo di stato, “Bossi al putèr, la sinistra trema!” e te li voglio vedere io i giornalisti che mi prendono per il culo per Miss Padania! Il D’Alema, il Bertinotti, il Rutelli, via! tutti al confino a Rimini! Ah no, lì ci mando il Formigoni… anche se non è di sinistra mi sta sul culo lo stesso. E la Moratti: la sua riforma è troppo poco padana: lombardo obbligatorio, alter che l’inglès! Anzi, ogni regione una parola d’ordine: in Piemonte “Dui puvrun bagnà ‘n t‘ l’euli”, in Lombardia “Dü frigüi de pan e ün cügiarit de süquar” o “Ghe la scighera”, in Liguria “Trilli trilli, ti ghe ciü musse che mandilli”, e chi sbaglia l’accento, via! Fuori gli extracomunitari e già che ci sono anche i siciliani (che così magari riesco anche a divorziare e a confinare mia suocera sull’Etna) e a chi resta altro che stella gialla sui vestiti, fico d’India e dattero! E i sindacalisti? Anche lì ho sentito che c’è un cinese, che vada a rompere al so paès! E se la maggioranza non vuole far passare il federalismo, mi metto prima d’accordo con l’Ulivo, mi faccio votare la mozione anche dai loro e poi… zac! Sbatèm gio anche questa pianta del Sud! E vai, Bossi presidènt! E poi, un bel colpo sui denti del “mi consenta”, che ‘l turna a cantà e sunà sulle navi!… E quel traditùr del Fini, che vuole dare il voto ai ‘stracomunitari, gli faccio mangiare ‘l triculùr e glielo tiro fuori da un’altra parte, come in un gioco di prestigio!…” “Umberto! Umbeeerto! Ah, sempre drè a fa cusè, quel fioeu chi! Ven denter, che l’è ura de mangiaa! Pensa sempre no a guernà, che adess ‘l fa frec!” “Uff…va bè, va bè, allora aspetto la primavera per fare il ribaltone, che se no mi si raffredda la cassoeula!” LA FORESTERIA "TIZIANO TERZANI" DI CASCINA MACONDO
Il nome "Macondo" che abbiamo dato alla nostra Cascina nel 1992 " Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. Tutti gli anni verso il mese di marzo, una famiglia di zingari cenciosi piantava la tenda vicino al villaggio, e con grande frastuono di zufoli e tamburi faceva conoscere le nuove invenzioni. Prima portarono la calamita. Uno zingaro corpulento, con barba arruffata e mani di passero, che si presentò col nome di Melquìades, diede una truculenta manifestazione pubblica di quella che egli stesso chiamava l'ottava meraviglia dei savi alchimisti della Macedonia. Andò di casa in casa trascinando due lingotti metallici, e tutti sbigottirono vedendo che i paioli, le padelle, le molle del focolare e i treppiedi cadevano dal loro posto, e i legni scricchiolavano per la disperazione dei chiodi e delle viti che cercavano di schiavarsi, e perfino gli oggetti perduti da molto tempo comparivano dove pur erano stati lungamente cercati, e si trascinavano in turbolenta sbrancata dietro ai ferri magici di Melquìades…"
Si ringrazia Gabriel Garcia Marquez per aver scritto e regalato agli uomini un così grande libro. A lui la nostra gratitudine e il nostro affetto.
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Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 05 Ottobre 2011 15:24 ) |
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