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Agrippino Musso - e hanno trovato l'acqua su marte |
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Lunedì 25 Luglio 2011 11:05 | |||
Affresco romano "Donna con stilo e libro" (detta Saffo)
![]() Cascina Macondo Centro Nazionale per la Promozione della Lettura Creativa ad Alta Voce e Poetica Haiku Borgata Madonna della Rovere, 4 - 10020 Riva Presso Chieri - Torino - Italy Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. - www.cascinamacondo.com
E HANNO TROVATO L’ACQUA SU MARTEdi Agrippino MussoCascina Macondo - Scritturalia, domenica 14 marzo 2004 -Ti rendi conto, John? Ti rendi conto?- sibilò l’uomo magro con voce affilata. John scuoteva la testa, la sua bionda testa americana. -Mia mamma mi ha sempre insegnato che l’unica cosa che conta è la verità- rispose. -Allora proprio non vuoi capire...- sospirò il magro appoggiandogli una mano sulla spalla. -Capisco solo che la gente deve sapere la verità. Io l’ho scoperta e se anche è una verità sgradevole, odiosa, deve essere detta. Ne va della democrazia, della nostra stessa identità di americani.- -Stai bestemmiando- ribatté il secondo uomo corpulento addentando una coscia di tacchino. -Ricapitoliamo, va bene?- riprese il magro. -Ancora?- sospirò John. -Ancora- bofonchiò quello grosso con la bocca piena. Iraq, Baghdad, ventisei giorni prima. I due marine avevano i mirini laser puntati nel buio, inquadravano la figura che stava venendo avanti con le braccia alzate. -Ancora un passo e sei morto!- urlò il marine e l’uomo si fermò, immobile, con lo sguardo fisso. Loro gli si avvicinarono, guardinghi, e videro sulla faccia dell’arabo lacrime che scivolavano come surf sulle onde californiane. Lo guardarono sbalorditi, mentre l’uomo cadeva in ginocchio e si prosternava davanti a loro. Washington, stanza ovale, due giorni dopo. -Si sono arresi, si stanno arrendendo tutti!- GdoppioV Bush alzò la testa - Che cazzo stai dicendo?- -È così, presidente, è confermato, tutti i terroristi si stanno arrendendo!- -So benissimo queste cose...- mormorò John. -E questo è stato solo l’inizio. Da quel momento ci sono stati terroristi di Al Qaeda e dell’Eta, quelli dell’Ira, i ceceni, tutti, in ogni parte del mondo che hanno buttato le armi e si sono arresi abbracciando quelli che fino a poco prima consideravano nemici!- -Ma non basta! C’è stata una caduta verticale di furti, omicidi, stupri, e non solo! Tutti i governanti del mondo sono stati osannati dai popoli, tutti hanno esposto la bandiera nazionale e quella americana, insieme, come non era mai accaduto! Perfino quello... come si chiama... quello italiano...- -Bernasconi... Bettaglioni... Boh, finiva cogli oni, comunque...- -Quello insomma, ha vinto le elezioni che stava per perdere, perché pensionati, insegnanti, impiegati, artigiani, tutti quelli che ha preso per il culo in questi anni, hanno capito che era davvero l’inviato del Signore! Che solo un illuminato poteva stare con noi americani, che abbiamo rivelato al mondo l’immensa, assoluta verità!- -L’acqua su Marte!- urlò il grosso con l’osso della coscia in mano, sollevato come la fiaccola della libertà. -Acqua su Marte è stato il Verbo che correva sulle bocche, nei cuori e nei fegati di ognuno! Il Papa stesso si è affacciato alla finestra all’Angelus, mostrando un modellino di Marte che -come san Gennaro a Napoli- invece che sangue, versava acqua!- -È la parola di Dio! Il Dio Acqua che ha testimoniato la sua presenza su un pianeta dove solo noi, americani, noi e nessun altro abbiamo messo piede!- -Ma non è vero!- urlò John tentando di sollevarsi dalla sedia, ma la mano del grosso lo schiacciò di nuovo a sedere. -Io lo so che non è vero! Non c’è acqua su Marte! Non c’è mai stata! È stato un terribile, ridicolo errore! Quel liquido era solo il refrigerante del primo robot che abbiamo mandato sul pianeta! Per questo si era fermato, aveva una perdita! Quando abbiamo mandato il secondo nessuno se n’è accorto, ma io ho indagato e l’ho scoperto!- -Tu lo sai e ora lo sappiamo noi, e lo sa anche DoppioV Bush che Dio lo benedica, ma per il bene del mondo e dell’umanità, nessun altro deve sapere che quell’acqua era solo la pisciatina di un robot.- -Mia mamma mi ha sempre insegnato a dire solo la verità!- -John!- urlò il magro afferrandolo per le spalle -John, per Dio, è in nome dell’umanità, in nome dell’America, di Mamma America che devi mantenere il segreto!- A quel nome, qualcosa vibrò nel cuore e negli occhi di John Goldwater, ingegnere astrofisico della Nasa. E un barlume di lacrime fece capolino dalla coda degli occhi. Il magro e il grosso lo guardarono speranzosi, poi lo sguardo di John divenne di nuovo di piombo deciso. -No, non esiste una mamma che ti insegna la menzogna! Menti oggi e sarai mentitore per sempre! La verità viene sempre a galla, e quando si saprà sarà la fine del mondo!- -Per questo non si deve sapere- mormorò il magro. -No, nemmeno l’America può chiedermi questo.- Un doppio sospiro risuonò nel bunker, il magro e il grosso si guardarono e poi fissarono insieme John Goldwater. -Non ci lasci alternativa, John...- sibilò il magro. John fissava il pavimento traslucido su cui la luce accecante delle fotoelettriche si schiantava senza rumore. -Noi ci abbiamo provato- grugnì il grosso appoggiando la canna della 45 Special contro la nuca di John. Il silenziatore fece il suo dovere e anche la pallottola parabellum che attraversò il cervello da centodieci e lode dell’astrofisico per perdersi in un angolo buio. John cadde senza un lamento. Il filo di sangue scorreva da sotto la sua testa sul pavimento bianco abbacinante. Come una pisciatina. LA FORESTERIA "TIZIANO TERZANI" DI CASCINA MACONDO
Il nome "Macondo" che abbiamo dato alla nostra Cascina nel 1992 " Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. Tutti gli anni verso il mese di marzo, una famiglia di zingari cenciosi piantava la tenda vicino al villaggio, e con grande frastuono di zufoli e tamburi faceva conoscere le nuove invenzioni. Prima portarono la calamita. Uno zingaro corpulento, con barba arruffata e mani di passero, che si presentò col nome di Melquìades, diede una truculenta manifestazione pubblica di quella che egli stesso chiamava l'ottava meraviglia dei savi alchimisti della Macedonia. Andò di casa in casa trascinando due lingotti metallici, e tutti sbigottirono vedendo che i paioli, le padelle, le molle del focolare e i treppiedi cadevano dal loro posto, e i legni scricchiolavano per la disperazione dei chiodi e delle viti che cercavano di schiavarsi, e perfino gli oggetti perduti da molto tempo comparivano dove pur erano stati lungamente cercati, e si trascinavano in turbolenta sbrancata dietro ai ferri magici di Melquìades…"
Si ringrazia Gabriel Garcia Marquez per aver scritto e regalato agli uomini un così grande libro. A lui la nostra gratitudine e il nostro affetto.
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Ultimo aggiornamento ( Lunedì 25 Luglio 2011 11:09 ) |
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