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Agrippino Musso - madre |
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Scritto da Super Amministratore | |||
Martedì 25 Ottobre 2011 05:55 | |||
SMETTERE O CONTINUARE...? Hai letto questo testo di Scritturalia? Esprimi il tuo apprezzamento, da scarso a ottimo. Non è un concorso. Non c’è nessun premio. Tu e l’autore non vincerete nulla. Perché votare allora? Semplicemente perché il tuo giudizio di lettore anonimo, onesto, schietto e disinteressato, potrà essere utile all’autore. La tua disponibilità a un semplice click come stimolo per lo scrittore/scrittrice a ripensare e a migliorare la propria scrittura…
Affresco romano "Donna con stilo e libro" (detta Saffo)
![]() Cascina Macondo Centro Nazionale per la Promozione della Lettura Creativa ad Alta Voce e Poetica Haiku Borgata Madonna della Rovere, 4 - 10020 Riva Presso Chieri - Torino - Italy Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. - www.cascinamacondo.com
MADREdi Agrippino MussoCascina Macondo - Scritturalia, domenica 11 luglio 2004 ah Madre - l’universo intero in questa parola - e il nulla intero Madre - Derma - perfetto anagramma tutta la sua pelle conteneva la sua carne ha contenuto me Io ho contenuto lei con le braccia e le mie parole Madre - Rema - già e la d? Madre - Mera - e la d? Anche mare - ma la d? E allora dare - chi dà sempre e comunque e nonostante e sempre? ma la m? Ram - memoria volatile - e la de? Am red - sottinteso I - I am red - cazzata E dalla cazzata si scoperchia svanisce emerge qualcosa che fa paura Madre - Merda perfetto anagramma. Perché non era mamma? che anagramma puoi fare con mamma? Tutte quelle emme sparpagliate a pascolare in un prato e le a stanno a guardare. Ma m ma. Ma non volevo essere offensivo, il mio amico Fabrizio diceva che dai diamanti non nasce niente e dal letame nascono i fior! Ti pare che io pensi e dica diverso? Dall’oscura umidità e nuda strisciante e disfatta nasce di nuovo la vita - ti ricordi? Il tuo carillon con la nenia di natale e la neve vorticava nella boccia e babbo natale con la gerla e spessi fiocchi che tu ascoltavi come un canto di gala a tenerti compagnia cantava anche l’altra sera a casa Carolina quasi mia figlia se l’era fatto caricare da sua madre quasi mia moglie e tu mi sei venuta in mente - madre olocausto d’amore amore - romea - e poi anche qui remo sebbene senza a e si rema senza o. E ho pensato anche sentito che una stilla di qualcosa come un sospiro appena udibile tra la credenza e la lavatrice dicesse è possibile come anche diceva Eleonora d’Aquitania - in un mondo dove i figli dei falegnami risorgono tutto è possibile - e ancora qualcuno diceva La cosa più inverosimile negli avvenimenti straordinari è che accadono E sta accadendo. Olocausto d’amore. Incendio d’amore fluttuante. La libreria stracarica è un abbraccio nell’angolato della stanza al tavolo che triangola con gli estremi degli scaffali Le fiamme avvolgono un sentire diverso un sentiero segnato tra gli scatoloni ancora da aprire Brani di vita vengono a galla in forma di oggetti di legno di vetro di plastica e carta quanta carta nonostante il computer Il mio disordine è il respiro intenso che tu non capivi madre è l’ansia dei giorni il gesto delle ore polpose cercate introvate ritrovate Labili segni di marziani potenti e rotonde Veneri che appassiti fogli dicono ancora mi parlano riprendono fili sottesi dimenticati aperti E come ti ho già detto una volta sei stata lontana come aquilone rotante vicina come pallida ombra d’abbraccio E ora sta accadendo madre merda madre derma madre olocausto incendio d’amore strilli e risate di bambina dodicenne sulle spalle occhi verdi spalancati sull’acqua del mondo col mal di pancia al mattino guardia medica sorride un po’ di gastrite mamma stammi vicino E mamma madre si quieta infine nel bosco che da oggi è più chiaro Mamma madre che sento donna mia nel lenzuolo ali tenaci nel scendere a valle donna mia nei pensieri nelle braccia protese negli occhi nocciola al riflesso dell’ombra negli atti del giorno donna mia assennata e ritrosa Nel dire nel dirmi ho atteso nei silenzi di luoghi invernali consumati giacigli spade affilate e cuscini di vento ho atteso l’attesa pensando ai ricordi ai pensieri futuri a scatole aperte come bocche in orgasmo ho atteso e riatteso insieme a te ma senza saperlo l’inverosimile incontro di anime snudate E sta accadendo. Ora accade. LA FORESTERIA "TIZIANO TERZANI" DI CASCINA MACONDO
Il nome "Macondo" che abbiamo dato alla nostra Cascina nel 1992 " Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. Tutti gli anni verso il mese di marzo, una famiglia di zingari cenciosi piantava la tenda vicino al villaggio, e con grande frastuono di zufoli e tamburi faceva conoscere le nuove invenzioni. Prima portarono la calamita. Uno zingaro corpulento, con barba arruffata e mani di passero, che si presentò col nome di Melquìades, diede una truculenta manifestazione pubblica di quella che egli stesso chiamava l'ottava meraviglia dei savi alchimisti della Macedonia. Andò di casa in casa trascinando due lingotti metallici, e tutti sbigottirono vedendo che i paioli, le padelle, le molle del focolare e i treppiedi cadevano dal loro posto, e i legni scricchiolavano per la disperazione dei chiodi e delle viti che cercavano di schiavarsi, e perfino gli oggetti perduti da molto tempo comparivano dove pur erano stati lungamente cercati, e si trascinavano in turbolenta sbrancata dietro ai ferri magici di Melquìades…"
Si ringrazia Gabriel Garcia Marquez per aver scritto e regalato agli uomini un così grande libro. A lui la nostra gratitudine e il nostro affetto.
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Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 26 Ottobre 2011 09:48 ) |
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