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Bianca Brandi - percorsi |
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Scritto da Tartamella | |||
Martedì 24 Maggio 2011 09:38 | |||
SMETTERE O CONTINUARE...? Hai letto questo testo di Scritturalia? Esprimi il tuo apprezzamento, da scarso a ottimo. Non è un concorso. Non c’è nessun premio. Tu e l’autore non vincerete nulla. Perché votare allora? Semplicemente perché il tuo giudizio di lettore anonimo, onesto, schietto e disinteressato, potrà essere utile all’autore. La tua disponibilità a un semplice click come stimolo per lo scrittore/scrittrice a ripensare e a migliorare la propria scrittura…
Affresco romano "Donna con stilo e libro" (detta Saffo)
![]() Cascina Macondo Centro Nazionale per la Promozione della Lettura Creativa ad Alta Voce e Poetica Haiku Borgata Madonna della Rovere, 4 - 10020 Riva Presso Chieri - Torino - Italy Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. - www.cascinamacondo.com
PERCORSIdi Bianca BrandiCascina Macondo - Scritturalia, domenica 2 luglio 2006 Strade, percorsi, vie, sentieri, autostrade. Autostrade: tracciati ben chiari, facili da seguire tutti insieme, c’è posto per tutti e le regole sono chiare, ben conosciute. È facile adattarsi. Strade: già meno spaziose, bisogna stare più attenta a non farsi tagliare la strada, a scegliersi un compagno su cui si possa contare e che possa contare su di me. Vie: magari oscure, laterali. Traverse poco frequentate, mal frequentate, in cui mi sono addentrata, un po’ per curiosità, un po’ per necessità, e dalle quali sono riuscita a uscire, un po’ per fortuna, un po’ per capacità personale. Sentieri: fra i boschi, freschi, dove ci si può addentrare e fermarsi un po’ a riposare. Percorsi. I terribili percorsi, quelli che hanno un tracciato lungo anni, che a volte non si sa neanche che giro fanno, che sembra non portino da nessuna parte e invece tutti dicono: “ sì, è la strada giusta, è la prassi”. La terribile prassi. La prassi e il percorso formativo sono due parole che possono togliere il sonno a chi, come me, vorrebbe vedere chiaramente in se stessa e negli altri. I miei percorsi formativi sono stati tanti. Ne ho cominciati decine. La scuola: certo, come tutti, e quella era un’autostrada, facile da percorrere, sono stata fortunata. Poi ho del tutto cambiato registro e ho preso la strada dell’università; bello, stupendo periodo della gioventù e del tutti per uno, lavoro duro, ma ci divertiamo, siamo tutti insieme. Riuscire e gioire, convinti di avere il mondo in mano. Le vie traverse della vita: le avventure, le traverse sbagliate, andate sempre a buon fine, ma che ti insegnano a non giocare col fuoco. Ad aver cura di te stessa e di chi ti sta accanto. Ad aver rispetto di te stessa e di chi ti sta accanto. E il percorso. Il tremendo percorso formativo di questa strana carriera che ho intrapreso, che mi ha insegnato con la più violenta delle pressioni a perdere parte della mia sincerità della mia spontaneità, che mi ha costretta nei comportamenti codificati e rigidi dei manuali da seguire. Il percorso formativo. Il dover sempre raggiungere un obiettivo che si sposta in avanti ogni volta che io faccio un passo in più per raggiungerlo; che avrebbe fagocitato tutto il mio tempo se glielo avessi permesso, le mie sere, i miei pensieri, la mia vita familiare. Oggi ho detto basta, mi fermo. Questo percorso non è il mio, io non mi ci riconosco. Non sono io quella che vogliono, non posso reggere in questo ruolo che mi snatura. Interrompo il mio percorso. Dopo 10 anni. Rigiro fra le mani questa lettera di dimissioni. Credo che sia la cosa giusta da fare, la strada giusta da seguire, adesso. Ma un dubbio mi arrovella? Che cosa ci sarà dietro il mio angolo? Una via, un sentiero, un altro percorso? LA FORESTERIA "TIZIANO TERZANI" DI CASCINA MACONDO
Il nome "Macondo" che abbiamo dato alla nostra Cascina nel 1992 " Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. Tutti gli anni verso il mese di marzo, una famiglia di zingari cenciosi piantava la tenda vicino al villaggio, e con grande frastuono di zufoli e tamburi faceva conoscere le nuove invenzioni. Prima portarono la calamita. Uno zingaro corpulento, con barba arruffata e mani di passero, che si presentò col nome di Melquìades, diede una truculenta manifestazione pubblica di quella che egli stesso chiamava l'ottava meraviglia dei savi alchimisti della Macedonia. Andò di casa in casa trascinando due lingotti metallici, e tutti sbigottirono vedendo che i paioli, le padelle, le molle del focolare e i treppiedi cadevano dal loro posto, e i legni scricchiolavano per la disperazione dei chiodi e delle viti che cercavano di schiavarsi, e perfino gli oggetti perduti da molto tempo comparivano dove pur erano stati lungamente cercati, e si trascinavano in turbolenta sbrancata dietro ai ferri magici di Melquìades…"
Si ringrazia Gabriel Garcia Marquez per aver scritto e regalato agli uomini un così grande libro. A lui la nostra gratitudine e il nostro affetto. CLICCA PURE TRANQUILLAMENTE SULLE PUBBLICITA' DI GOOGLE CHE COMPAIONO NEL NOSTRO SITO E CHE TI INTERESSANO
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Ultimo aggiornamento ( Lunedì 01 Agosto 2011 10:06 ) |
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