 LA TEORÌA NOMOGNÒMICA I RITRATTI ANAGRAMMÀTICI
Noi siamo il nòstro nome. Dimmi come ti chiami e ti dirò chi sèi!
teorìa e tèsti di Piètro Tartamèlla
accentazione ortoèpica lineare a cura di Piètro Tartamèlla I primi esperimenti di Piètro Tartamèlla sugli Autoritratti Anagrammàtici risàlgono agli anni settanta, ai tèmpi della rivista di poesìa “La Tènda” fondata a Torino dallo stesso autore. Che còsa sono la Teorìa Nomognòmica e i Ritratti Anagràmmatici? Partiamo da lontano. Tutti voi ricorderete il lungo tèmpo dedicato nell’infanzia e nell’adolescènza al vòstro nome e cognome. Si tratta di una vera e pròpria ricerca, approfondita, costante, che gli èsseri umani pràticano normalmente nel tentativo di far diventare il pròprio nome e cognome un vestito da calzare a pennèllo. Vi interrogavate sul vòstro nome, ripetèndolo all’infinito, masticàndone i suòni che lo compóngono, dividèndo e scandèndo le sìllabe, pronunciando prima il nome, pòi il cognome; provàndone pòi l’effètto sonòro pronunciando prima il cognome e pòi il nome. Ne ascoltavate il suòno, le evocazioni, il ritmo, le suggestioni. Analizzavate singolarmente tutte le lèttere alfabètiche che lo compóngono. Sperimentavate se l’abbinamento tra nome e cognome “suonava bène”. Lo avete rivisitato nel sogno molte vòlte il vòstro nome. Molti anni abbiamo trascorso dedicati alla conoscènza dei significati del nome; in qualche modo attuando in noi un cambiamento, un adattamento a quella sequènza di suòni. Pòi venne il tèmpo della firma. Giornate intere a provare graficamente la firma migliore. Sfòrzi e pròve ed esperimenti per trovare il “segno” che potesse rappresentarci. Cercando di rèndere coerènte la nòstra personalità con la grafìa della firma che sperimentavamo, e che ci avrèbbe definitivamente rappresentati da adulti. Più o meno consapevolmente abbiamo cercato di rèndere coerènte la personalità col suòno del nòstro nome, coerènte la grafìa con il suòno, coerènte la personalità con la grafìa. Pròve infinite scarabocchiando fògli e fògli bianchi nel tentativo di trovare il “segno” giusto, la firma che ci piacesse, che fosse di noi e della nòstra personalità un minimale ritratto. Abbiamo anche cercato, forse inconsapevolmente, di adattare tratti della nòstra personalità a caratterìstiche appartenènti a personaggi famosi che avévano lo stesso nome. Le connessioni èrano di una lògica imponderàbile e personalìssima. Ma il lavoro fatto sul nòstro nome è realtà. Molto tèmpo ad esso abbiamo dedicato negli anni dell’adolescènza. Un procèsso di identificazione e di appartenènza a quel nome abbiamo avviato tanto tèmpo fa.
Tanto lavoro ha influìto su di noi? Ha lasciato tracce?
Ìo mi chiamo PIÈTRO.
Sò che la figura di Piètro, apòstolo di Gesù, ha influìto sulla mìa personalità. La conoscènza di quel personaggio ha innescato in me un procèsso di identificazione. La mìa simpatìa, la mìa attitùdine alla “spiritualità”, alla “santificazione” proviène da quel nome di santo, dal mìo tentativo di “vestire” il mìo nome: diventare ìo stesso vèste che avvòlge quel mìo nome. Credo che così tanto tèmpo dedicato al nòstro nome in un perìodo della vita particolarmente percettivo come quello dell’adolescènza, che ci consènte di cògliere sottilìssimi e recònditi nèssi e ci spinge all’esplorazione del mondo con tutti i nòstri sènsi e i nòstri sondagli attivati, abbia lasciato in noi tracce profonde.
Mi chiamo PIÈTRO TARTAMÈLLA
Nome composto da 16 lèttere. Contiene 7 vocali, 9 consonanti. Le vocali sono I – E – O – A Ci sono tutte, tranne la U La vocale A si ripète tre vòlte La vocale E si ripète dùe vòlte Le consonanti sono: P –T – R – M – L La T è ripetuta tre vòlte. La R dùe vòlte. Anche la L è ripetuta dùe vòlte. Un pìccolo univèrso di suòni insomma.
Se anagrammo il mìo nome ottèngo:
ALTA TÈRMITE PARLO
Incredìbile! È un’esatta definizione poètica della mìa personalità. Chi mi conosce sa quanto sìa vero. L’amore, il gusto solènne per la paròla; costante, testardo, come una tèrmite scavo e scavo gallerìe nel sottosuòlo, esplòro labirinti. Alto, nel significato di grande, mi èrgo sul mondo e lo ossèrvo con la mìa tenacia di ariète.
Se anagrammo ancora il mìo nome ottèngo anche:
AMPLIA ALTRE ROTTE
Ancora più incredìbile! È la mìa vocazione istintiva. Fin dagli anni della pubertà. Esplorare altre rotte, conóscere altre vìe, sperimentare, aprire strade nuòve a colpi di machète, navigare sènza a vòlte sapere dove il vènto ti pòrta. Navigare… Anche sènza vènto… Mi ci ritròvo tale e quale sputato in questa definizione.
Ecco allora la mìa tèsi: esiste una strettìssima correlazione tra il nòstro nome e la nòstra personalità, tanto stretta da potér dire:
DIMMI COME TI CHIAMI E TI DIRÒ CHI SÈI
Il molto tèmpo dedicato nell’adolescènza al nòstro nome ha lasciato sicuramente tracce profonde. Il tentativo di potér vestire bène il suòno del nòstro nome ci ha indotto ad adattarci a lùi. Non solo, ma inconsapevolmente quando eravamo ragazzi siamo riusciti a penetrare nei significati “altri” che il nòstro nome contiène. Messaggi subliminali, significati nascosti, contenuti in altre sequènze sèmpre giagènti lì, nel nòstro nome, da tèmpo immemoràbile. Invisìbili ai nòstri òcchi, ma non al nòstro orecchio. Il nòstro incònscio probabilmente le ha percepite, intuìte, “viste” con una sòrta di tèrzo orecchio. Col tèmpo, crescèndo, quasi spinti da una fòrza irresistìbile e costante, abbiamo fatto in mòdo che anche quei significati nascosti fóssero indossati da noi come un nòstro vestito a pennèllo. Ècco una poesìa composta da vèrsi che sono tutti anagramma del mìo nome e cognome. L’Autoritratto, l’Autoritratto Anagrammàtico che ne viène fuòri, è qualcòsa di incredibilmente preciso e azzeccato. Racconta il mìo caràttere, la mìa personalità in mòdo incredibilmente veritièro e fedele. Gli amici più vècchi che mi conóscono da tèmpo, resteranno stupefatti. Ancór più stupefatti resterèbbero di fronte a un Ritratto Anagrammàtico del loro nome e cognome e di se stessi.
 PIÈTRO TARTAMÈLLA Autoritratto Anagrammàtico Alto, tràmite pèrla, trilla poèta marte per allattare mito per allattare tòmi. Parlòtta tra mièle lima paròle tratte… amplia altre rotte. Paròla lètta trèmi. Alterata lo tèmpri il maltratta òpere. Trapelata, trèmoli allattato prèmier. Pellame tra attori tratta le mòre alpi oltre mite parlata. Allarma pòri, tétte, pòi le maltratterà… allatterà tre pòmi. Malata poltrirete, mòrte parlata, lite mòlle attirata per tre. Ampliata oltre temi oltre parlata. Per oltre malattìa pelo maltratterài. Pìo re maltratta le mollette. Riparata tratto aprile, lame palatale ritmo tre. Alta tèrmite parlo. Allattiamo per tre. Pèlle attrarmi… Tao… Tartapiè Tromèlla
Un pò per giòco, un pò per divertimento, un pò per curiosità, ma soprattutto per verifica, ècco l’Autoritratto Anagrammàtico che abbiamo tirato fuori con Alessandra Gallo dal nome di Giàcomo Leopardi
 GIÀCOMO LEOPARDI Autoritratto Anagrammàtico
Declamài. Ìo pòrgo, amica, dopo glòrie, dògmi, òlio, capre, a lèi. Dò magari pòco, aràldico, gèmo. Pìo ìdolo! Màgica! Però, gòde pòi racìmola òdi. Calma. Ìo prègo, òdio, regalo campi e òdi, la cima pòrgo del mìo còrpo. Già. A lèi, dama, rigo pòco cale. Pòrgo, mi òdia. Leopàgia Comordi
Potreste pensare che si tratti di pura coincidènza, di casualità, fatalità, corbellerìa. Per fugare ogni dubbio e convìncervi della giustezza della mìa riflessione e di quanto sìa vero l’assunto “DIMMI COME TI CHIAMI E TI DIRÒ CHI SÈI”, ècco gli Autoritratti Anagrammàtici di alcuni personaggi pùbblici:
ANTÒNIO DE CURTIS (TOTÒ) Autoritratto Anagrammàtico
Acrèdini sotto un denutrito naso ci indicate su tròno urto con dènti, sai, orno su cittadine nìtido un caro sèt, un nido, stòria, etc.
Dite sono cintura e sa d’un irto cinto tònica sirte d’uno rìdono se tu tinca nascondi urti o te idèntica su trono incèndia sto urto.
Scandirèi un òtto credo santi tuòni strìdono incaute d’anni e scuri òtto decani tonti orsù diciate un nòstro incendiato sturo un indicare tòsto.
Denunciài stòrto, denunciasti òrto. Consìderati unto. Torno su idèntica indiscreta nuòto sotto un indicare tùo interdìscano Totò se curi danni. Sèntano cuòri di T. Deanto Curtisino
LUCIANO PEDULLI (il primo a sinistra nella fòto) un carìssimo amico dal tèmpo del servizio militare che partecipando alla regata Transat Des Alizees morì col sùo equipaggio, 6 persone in tutto, la sera del 3 novèmbre 1995 nel Golfo del Leone a causa di una tempèsta di Mistral fòrza dièci che si abbatté sul Pàrsifal la sùa mìtica barca a vela. Autoritratto Anagrammàtico
Cadi nel Pò ùluli in lùi, lupo! Calde ali, pulèndo luci, lì l’onda lupe ci duce, ali nol lupi. Ello udì una clip udì luna, cipolle, udì cuna, pìllole. C’è un pàllido lùi un ludo alpicièl, nulli àcido lupe. Celando li lupi, celando, il pulì collaudi in lupe, il pulì locande. Pòlline duca, lì, un pelo il lùcida. Lùi pèndi al locu. Illu ’l duce piano. nel Pò. Dica, ùluli lùi, dolce pila, un pane, culli i dòlu. Plàcide ùlulino pènduli luci o al lupo lùi declina il pulèndo luci a lucìpeda noùlli.
LUCIANA LITTIZZETTO Autoritratto Anagrammàtico
Antica tu zitti zòlle, un zitti zòlle tàcita Tizi càlzano lètti, tu, nàutica, zitti zòllet. Coalizzi lènta tutti. Alcolizzati tu netti Alcolizzati tu tènti. Tu tazza, in ellìttico atto Z, culli zainetti, i cazzòtti nati tulle. Zitta alzi nòtti, luce, canti liti, tazze, lòtu. Canti. T’utilizzo l’età. Utilizzi lancettato ellò! Tutti incazzati. Zitta calzo lètti uni. Nel tàttica utilizzo tizio. Calzante lutti localizza tutti ènti. Zitto, alcuna il zitte. Calzài lutto in zitte Littiluci Anazzetto

ADRIANO CELENTANO Autoritratto Anagrammàtico Non òde né alacrità, né aràldica, né tòno, non otre, né caldaia. Al cinèreo dannato non rodi ala tenace. A noi, trèno candela, nero doni la catena e oràcoli d’antenna, radice lènta, o anno ciarlatano, non dèe. Èro lèi condannata.
Lancerà tòni da Noè e torna caldo. Nènia nòte ora in lance dà, o niènte, o calandra. Dìo non cena. Altare crede l’onta annòia. Dìo c’è, non ara l’Ètna entra in caldo nèo a… a cadere lontano in ala e canto non di Re.
Il nèo denaro canta rìdono alce nana et alce nero dita non à Adriacele Nontano
 PIER LUIGI BERSANI Autoritratto Anagrammàtico Bagnerèi li rupi, sì! Insuperàbile giri in su pigi liberare. Si pungi libererài, in più serberài gli elisìr in rupi, bega, e apri, il re, un big sì.
Regni li saperi bui e, single, ripari bui àrgini, spèri il uèb, ungi Sibèria, lèpri, espiri regali nubi, respiri lune ai big.
Libererà giù spini, irrise bèga in lupi, i nùbili prègi rase, s’èri perlina bigiù Bersapier Niluigi
ENRICO BERLINGUÈR Autoritratto Anagrammàtico Nel bruciore regni nel regno bruci i Re Re con rune, briglie, cèrri, nèbuli, regno. C'è un orribil gèner. Incline urger ròbe urge brincio nel Re.
Lì bruci rogne nere gèli birre con rune. Cògne! Burli Re neri! Burli necro gèneri. in corrige blu-nere.
Non bere cirri, ugèl. Giro un crine, bèl Re, crini, rogne e burle.
Burli necro gèneri. Burle con neri règi.
Nel bruco rigèneri.
Regni nel bruciore nel burrone i grèci con libri né guèrre rigni rublo cénere Guercino Berlinèr.
 GIUSÈPPE PIÈRO GRILLO (BÈPPE GRILLO) Autoritratto Anagrammàtico E résogli gruppi e pilo, s’egli èrge puri pòpoli, ripose egrègi lùppoli.
Rispòpoli rupi e legge se pròpoli più leggèri pur le pèggio sèrpi o il ròspo e grigie pupille règoli prese più golpi.
E, liggèro, ruppi il peso, riprese giògo pupille. Il piòppo reggerèi sul Re giglio, ruppi l’èpos e spuri pòri elègge il Pò’, elègge li opporsi rupi reggerèi lupi polposi lèggo pòi supplire ire.
Pèggio pel riso pulire, ip, gioire pèrgole plus per più illeso pi grègo piègo il sole pigru per gròlle sùperi ègo ippi e giuspièro grillòppe
 GIORGIO NAPOLITANO - Presidente Repubblica Italiana Autoritratto Anagrammàtico Ìo òggi orno plàtani, ignòto, orno pagliài, ogni giornalaio tòp, onoro ogni pigliata. Pagliài tingo nò òro.
Intagliài òro, pongo onori, tagliài pongo o partigiano in lògo. Ìo non oltraggiài Pò. Lo pìo inno ìo tragga, onori Italia, gòng, Pò, non patirò il giògo a ligio o pinato rango.
Ìo nòto paraggi in lo pinòlo, ingorgata, ìo patìi orgoglio a non golpìr i tango o nòia o giorni, gola, pianto.
Pìo rogo intàgliano pòi oltràggiano noi, il tràggano pòi, ìo nò, ìo non oltraggia pìo giòna giòpo lirtano
 MARIO MONTI
Mimài, torno rima in tòmo, mòto in mari, marito in òm. Mi amo trino ma irto mino matrimonio.
Mito in Roma ànimo mirto mìnimo arto òmina mòrti tòmo in rima o timo namìr
Tramo i nomi mirto moìna o miri manto o mima tròni armi in mòto mò minatori nò mòti rami torni a mimo miti m’onora mìnima òrto mami rointo
 BENITO MUSSOLINI Autoritratto Anagrammàtico
Mini sole bisunto mise sùbito l’inno se non soli bitumi.
Muto senno sìbili nòno lìmite bussi o insensibil muto.
Tu besos in limoni nòti buòn missile sùi nembi lo stòni in nebulosi stòmi uno insiste lombi!
Nòmino busse, liti, mine, unti bòssoli, sonni muti e bòlsi buòni son sti elmi sono elmi in busti bèn nòti musi soli.
Nòto sub se mini il buòn nesso lìmiti noi sènsi. L’imbuto non ti sìbilo muse in simil nube toso.
Bèn sò molti suìni o bitumi non lessi. Non sùbito sìmile tu in nòbili mòsse. Molti sino nei bus. Un bis mito silèno non bile sui mosti tubi nel mini òsso. Sono bèn ùltimi, sì, i molti buòn nessi ùltimi bòssi e non. Un nilo ibis mèsto simil onte noi sub Mussobeni Tolini
MARIA STELLA GELMINI Autoritratto Anagrammàtico
Allargaste lì minime lire malmenata sigli.
Lì allargate immènsi enigmi. Allarmaste li seni ligi. Marmellata allarmate gli semini allarmaste mini gilè allagaste mini mèrli mi allarmate inglesi gli ammalaste li reni snèlli giri ammalate.
Ammalaste grilli nei mille rimi segnalata melagrana mille siti snèlli regalata mimi. Li sènti ammalare gli elmi stili melagrana. Allarmante gèmi il sì. Smènti allagare limi.
Egli in marmellata, sì, millèsimi, ragnatela. Mi stimi nel allagare. Stellama Gelminirìa
UMBÈRTO BÒSSI Autoritratto Anagrammàtico
Sembro sùbito èbbro. Stò su! Mi stò ebbrimuso… Irto bòss e bum èbbi mostro su sèbo su timbro. Busto mi sèrbo. Ti busso ombre. Te bussi mòrbo. Me bussi robót. Tèrso su bimbo stò. Orsù bimbe, orsù bimbo èst sòsto! Èbbi rum. Sòbri su tombe stiro bombe su sòrte su bimbo sbiro su tombe rèsto su bimbo. Su, èbbi stormo. Rombo subiste, mòrbo subiste Umber bòssito.
SILVIO BERLUSCONI Autoritratto Anagrammàtico
Bèllico vinsi, orsù. In virus, bellicoso vinsi sul bicolore. Vi russo bollicine. Vèrso cibi sul lino. Russo cibi novèlli, cibi, ville, un sorso. Se, suìno, rullo cibi un scìbile risòlvo. Vi scròllo sèi nubi. Vi sono scuri bèlli… Orsù, sbèllico vini, il burlésco vino, sì! Svìo urli, sbilènco. Sbilènco, su livori sbèllico rovi in su. Liscio sul vèrbo in cibi illuso snèrvo. Sbilènco… vi siluro. Sbilènco urlo! Visi sorvoli, scìbile. Un urlo sbilènco, sì! Sol Nobèl riuscivi. Sbróncoli sùi veli, blèso, scòrni ulivi, blu, sciorini loves, voli su brìscole in sbrìciole snùvoli. Illuso… svèrni cibo, ròlli un cèsso. Bivi con il siluro sbevi. Scrivi buio snèllo: burlésco in viso orsù, scìvoli, belìn nòve brulli òssi ci scuòi vin, borsèlli Berlusco Silvioni
MATTÈO SALVINIritratto anagrammàtico Molestava tini, testava limoni, stimolava ènti, amati solvènti.
Menava sottili lòtte. Smaniavi in tàvola. Miste slitte animavo, smentivo alati.
Stava mite Nilo. Inviaste molta lena. Vomitasti vanti, molèstia.
Svélami ottani, e volanti. Stima, ventilato mais, nòva atletismi. Sènti tavolami testimòni. Lava tàlamo. Invèsti lametta in viso. Amèno slittavi.
Vèsto laminati, metto vani sali alti. Sentivamo, vasti, alimento.
Laméntati viso: svélano àttimi lamentosi vati.
Piètro Tartamèlla 28 marzo 2020
in fede Piètro Tartamèlla
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