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NI-NO, NI-NO, NI-NO (passa la sirena del 118)
di Enzo Pesante Cascina Macondo - Scritturalia, domenica 18 novembre 2012
Mi dà fastidio, enormemente fastidio… mi urta… mi fa alterare… mi destabilizza... mi crea un riflusso allo stomaco… sudore alle mani, rabbia, impotenza… mi dà fastidio, enormemente fastidio, la polvere sui mobili! Perché si deve accumulare così? Perché quei granelli? Da dove arrivano? Dove erano prima? Li tolgo e il mobile splende! Ah, che felicità! Poi mi distraggo un attimo, torno a guardare ed eccone lì uno, il granello, il bastardo… E sorride! Perché? Io non gli ho fatto nulla! Viene dall’aria? Eppure da quando ho installato il Total System Cleaned Air dovrebbe essere depurata, l’aria! Viene da terra? Ma i mattoncini di titanio autopulenti dovrebbero… Perché? La pulizia è importante. La pulizia è tutto. Si prega di garantire la massima pulizia. Se n’è posato un altro… bastardo! Non bastava il primo. Una colonia… si chiamano, si attirano, si messaggiano, si attraggono… perché? Si stanno accoppiando, maiali, si ingroppano, si moltiplicano sotto i miei occhi, così impunemente, senza vergogna, nudi: 2 – 4 - 8 - 16 – 32 – 64 – 128 – 256 – 512 – 1032 – 2064 – 4128 – 8356 – 16712 – 33424 – 66848 – 133696 – 267392 – 534784 – 1069568… perché? Devo pulire. Apro il cassetto; prendo uno strofinaccio; chiudo il cassetto; pulisco il mobile con lo strofinaccio: il mobile splende: ah, che felicità! Lo strofinaccio è fuori posto! Apro il cassetto, metto via lo strofinaccio… Ah, che felicità! Ho lasciato il cassetto aperto! No! L’ordine è importante. L’ordine è tutto. Si prega di assicurare il massimo ordine. Chiudo il cassetto: ah, che felicità! Avevo la mano sudata: un alone sulla maniglia del cassetto! L’ordine senza pulizia è come il paradiso senza dio! Apro il cassetto; prendo lo strofinaccio; chiudo il cassetto; con lo strofinaccio pulisco la maniglia del cassetto: ah, che felicità! Lo strofinaccio è fuori posto! La pulizia senza ordine è come un orecchio senza cotton fioc! Apro il cassetto… la mano è sudata e il sudore ora è sulla maniglia! Metto lo strofinaccio sulla maniglia; pulisco la maniglia senza toccarla: pulita: ah, che felicità! Metto via lo strofinaccio nel cassetto; e adesso come pulisco il cassetto? Perché? Il deodorante: stamattina mi sono messo il deodorante? Forse mi sono dimenticato di mettere il deodorante. L’igiene è importante. L’igiene è tutto. Si prega di assicurare la massima igiene. Per domani non lo dimenticherò: me lo scrivo: “Mettermi il deodorante”. Lo leggerò? Per sicurezza me lo scrivo: “Ricordarsi di leggere il biglietto dove c’è scritto di mettere il deodorante”. Dove appoggio il biglietto dove c’è scritto di mettere il deodorante? Lì no! 8 miliardi 324 milioni… bastardi! Lo metto sul tavolo della cucina. E se mi dimenticassi di averlo messo lì? Metto una freccia a terra rivolta verso la cucina. E se non mi ricordassi a cosa si riferisce la freccia? Me lo scrivo: “La freccia indica il percorso verso la cucina, dove, sul tavolo, c’è il biglietto che mi ricorda di leggere l’altro biglietto, dove c’è scritto di mettere il deodorante”. Quale altro biglietto? Ho lasciato il cassetto aperto! Lo chiudo.. la mano è sudata… e sul mobile intanto… bastardi! È già tardi. A quest’ora avrei dovuto aver finito, aver messo in ordine, aver pulito, aver sistemato. La puntualità è importante. La puntualità è tutto. Si prega di osservare la massima puntualità . Devo cronometrare meglio il tempo; devo stare nei tempi. Si comincia con lo sforare di un secondo e si finisce in ritardo su tutto. Cronometro: via… sempre che il cronometro funzioni bene! L’ho tarato? Lo confronto con quell’altro cronometro. Quello l’ho tarato. Confrontandolo col primo! E come chiudo quel cassetto? E il sudore sul cronometro! La puntualità senza igiene è come un cassetto senza lavanda. Il cassetto! È aperto! Lo strofinaccio è lì, nel cassetto. Lo prendo; pulisco il cronometro, metto via lo strofinaccio nel cassetto… come chiudo il cassetto? Il cronometro non ha più tracce di sudore: ah, che felicità! Ma questa, sul cronometro, è polvere! È colpa dello strofinaccio: l’avevo usato per pulire il mobile! 984 miliardi, 935 milioni… bastardi! Peggio dei conigli. Perché? Devo organizzarmi meglio! Sono troppo distratto, disordinato… è un problema di catalogazione. La catalogazione è importante. La catalogazione è tutto. Si prega di garantire la più perfetta catalogazione. Metto in ordine alfabetico: a, b, c, d, e, f… no, meglio ordinare per argomenti: cancelleria, vestiario, arredamento, igiene, … no, meglio per argomento, ma in ordine alfabetico… me lo scrivo. La documentazione è importante. La documentazione è tutto. Si prega di curare la massima documentazione. La catalogazione senza documentazione è come il 118 senza ni-no ni-no ni-no ni…
LA FORESTERIA "TIZIANO TERZANI" DI CASCINA MACONDO
IL SALONE "GIBRAN" DI CASCINA MACONDO
GLI SPAZI INTERNI DELLA CASCINA
GLI SPAZI ESTERNI DELLA CASCINA Il nome "Macondo" che abbiamo dato alla nostra Cascina nel 1992 proviene dal libro "Cent'anni di solitudine" di Gabriel Garcia Marquez
" Macondo era allora un villaggio di venti case di argilla e di canna selvatica costruito sulla riva di un fiume dalle acque diafane che rovinavano per un letto di pietre levigate, bianche ed enormi come uova preistoriche. Il mondo era così recente, che molte cose erano prive di nome, e per citarle bisognava indicarle col dito. Tutti gli anni verso il mese di marzo, una famiglia di zingari cenciosi piantava la tenda vicino al villaggio, e con grande frastuono di zufoli e tamburi faceva conoscere le nuove invenzioni. Prima portarono la calamita. Uno zingaro corpulento, con barba arruffata e mani di passero, che si presentò col nome di Melquìades, diede una truculenta manifestazione pubblica di quella che egli stesso chiamava l'ottava meraviglia dei savi alchimisti della Macedonia. Andò di casa in casa trascinando due lingotti metallici, e tutti sbigottirono vedendo che i paioli, le padelle, le molle del focolare e i treppiedi cadevano dal loro posto, e i legni scricchiolavano per la disperazione dei chiodi e delle viti che cercavano di schiavarsi, e perfino gli oggetti perduti da molto tempo comparivano dove pur erano stati lungamente cercati, e si trascinavano in turbolenta sbrancata dietro ai ferri magici di Melquìades…"
Si ringrazia Gabriel Garcia Marquez per aver scritto e regalato agli uomini un così grande libro. A lui la nostra gratitudine e il nostro affetto.
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